È la Legge di Stabilità 2016 a porre l’ennesimo rimedio al Dl 201 del 2011 conosciuta come Legge Fornero, che imponeva a chi, non avendo ancora 62 anni e che sceglieva il prepensionamento, avendo 42 anni e 6 mesi se uomini e 41 anni e 6 mesi se donne, una decurtazione sulla quota retributiva dell’assegno pensionistico. La manovra economica 2016 rende retroattiva l’abolizione del taglio previsto sulla pensione anticipata e riconosce il trattamento pieno anche ai lavoratori ritiratisi prima dal lavoro negli anni 2012-2014. Così si completa la misura economica del 2015, che aveva eliminato tale penalizzazione solo ai trattamenti pensionistici liquidati fra il primo gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, creando indirettamente una penalizzazione per coloro che erano andati in pensione anticipata tra il 2012 e il 2014. Coloro che sono andati in pensione anticipata fra il 2012 e il 2014, dal 2016 percepiranno un assegno più alto e otterranno anche un rimborso di quanto finora trattenuto. In base alla legge Fornero, gli assegni pensionistici in questione venivano decurtati di un 1% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni, e del 2% per ogni anno precedente ai 60 anni. Il taglio era stato applicato, però, solo sulla quota calcolata con il metodo retributivo della pensione e non con quello contributivo. Pertanto rientreranno nell’adeguamento della pensione e dovuti arretrati tutti coloro che per la Legge Dini dell’8 agosto 1995 avevano 18 anni di contributi nel dicembre ’95, mentre per chi non aveva 18 anni di contributi il calcolo per l’adeguamento verrà fatto solo su gli anni maturati fino al 1995. Chi ha iniziato a lavorare dal 1996, ovviamente, non riceverà alcun adeguamento e rimborso, perché l’intera pensione è calcolata con il metodo contributivo. Ricordiamo che la penalizzazione prevista dalla Riforma Fornero non si applicava ai lavoratori precoci ovvero coloro che avevano tutti i contributi derivanti esclusivamente da prestazioni effettive di lavoro.