LA NON AUTOSUFFICIENZA E LE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI
Intervista di Matteo Crestani Ufficio stampa Acli Veneto
a Francesco Roncone segretario regionale della FAP del Veneto
Il 31 maggio non sarà soltanto la data in cui gli elettori veneti dovranno esprimere il proprio voto, scegliendo tra i candidati allo scranno di governatore, ma un giorno importante per quello che i vari concorrenti hanno presentato come un nuovo governo del Veneto. Ed i giorni che ci accompagnano alla scadenza elettorale rappresentano e possono consentire a ciascuno di ripercorrere o costruire un percorso nel segno della democrazia. Per questo la Fap Acli, pur non assumendo alcuna posizione di parte, intende sollecitare tutti i candidati all’assunzione di una forte responsabilità rispetto ad alcuni filoni d’impegno, in particolare rispetto alla non autosufficienza, che attanaglia le famiglie e contribuisce spesso ad alimentare dei veri e propri drammi familiari. Queste le linee guida tracciate dal segretario regionale della Fap Acli del Veneto, Francesco Roncone, che ha posto l’accento sulle priorità che i nuovi amministratori regionali dovranno adottare quale impegno nel breve-medio termine.
Quale situazione si delinea in Veneto, all’approssimarsi dell’appuntamento elettorale?
Non ci sono dubbi sul fatto che l’aumento esponenziale della popolazione anziana, con conseguente incremento delle patologie cronico-degenerative, come la non autosufficienza, pone il nostro sistema sociosanitario sotto sforzo, al punto da rendere improcrastinabile l’adozione di scelte ed interventi che in passato sono stati a lungo rimandati.
Tutto ciò, evidentemente, ha messo in grave difficoltà anche le famiglie…
La rete familiare, infatti, è chiamata quotidianamente ad affrontare prove sempre più difficili con i conseguenti oneri per garantire una dignitosa assistenza ai propri cari non autosufficienti, in particolare anziani. Ed in una società come la nostra, dove si è raggiunto il punto più profondo di una crisi economica congiunturale, il pericolo di ricadute deleterie sulla tenuta dei conti e sull’equilibrio del bilancio familiare e psicologico diventa sempre più reale.
La Sanità veneta è davvero un fiore all’occhiello sul panorama nazionale?
Il sistema sociosanitario veneto costituisce un modello unico nel panorama italiano, forse il migliore. Solo la Regione Veneto aveva trasformato le Asl in Aziende Unità locali sociosanitarie rispondendo alle istanze provenienti da più organizzazioni del Terzo settore, che chiedevano piena integrazione dei sistemi sociale e sanitario. Veniva richiesto, quindi, un sistema dove la persona, nella sua interezza, fosse finalmente messa al centro e la cui salute potesse essere il risultato di diversi fattori, socio-economici, ambientali e sociali.
Servizi sociali e sanitari insieme. È davvero possibile?
Appariva fondamentale che i servizi sociali e sanitari si potessero incontrare per integrarsi. In concreto, un non autosufficiente avrebbe potuto subito individuare l’assistenza e gli strumenti adeguati per garantirsi percorsi omogenei, evitando di affidarsi, di volta in volta, all’iniziativa dei singoli operatori medici o sociosanitari delle Ulss e dei Comuni.
Tutto ciò è stato fatto?
L’unico rammarico è che ancora oggi, a distanza di anni, siamo lontani da questi obiettivi. La legge regionale n. 30 del 18 dicembre 2009, sull’istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza, è ancora in attesa di attuazione, così come la legge quadro sulle riforme assistenziali, la n. 328 del 2000, pensata per assicurare prestazioni sociali integrate e tuttora in alto mare. Tra l’altro anche il Piano sociosanitario regionale 2012-2016 inciampa in continuazione in ostacoli che ne rallentano la realizzazione.
In definitiva, cosa serve per cambiare le cose?
La FapAcli ritiene che le leggi regionali in materia di non autosufficienza siano buone, ma questo non basta, se restano sulla carta e non vengono rese operative.
Le richieste ai candidati a governatore sono chiare…
Chiunque verrà eletto presidente della Regione dovrà impegnarsi a rendere operative queste norme ed a garantire nel corso della loro attuazione un’omogeneità su tutto il territorio veneto. La nuova Giunta dovrà, inoltre, garantire la certezza delle risorse per la non autosufficienza, come previsto dalla legge 30, definendo la quota dell’addizionale Irpef regionale che deve alimentarlo automaticamente. Da sei anni le famiglie aspettano una risposta che non può essere ancora rimandata.