PADOVA
La FAP padovana sempre in prima linea per offrire un supporto psicologico agli anziani e alle loro fragilità nascoste.
L’esperienza di un servizio di sostegno psicologico, nata nel 2012 a Padova in casa FAP Acli diventa oggetto di studio e gli viene dedicata un intero capitolo nel testo universitario “In dialogo con le fragilità nascoste degli anziani” pubblicato da Franco Angeli.
Questa esperienza è andata ad aggiungersi a quello di segretariato sociale, che svolge attività di prima accoglienza e di ascolto diventando in assoluto una attività di sostegno alla persona sola, con cotatti telefonici settimanali.
Numerosi gli studenti che scelgono la FAP di Padova come sede dove svolgere il tirocinio universitario. Tutti hanno l’opportunità di partecipare a un’iniziativa di educativa domiciliare altamente personalizzata, costruita considerando la struttura psicologica e le dinamiche relazionali dell’anziano e le sue necessità affettive, sociali e ambientali.
Il titolo del volume si riferisce metaforicamente non tanto alle difficoltà psico-fisiche dell’anziano, quanto a quelle concernenti la sfera relazionale che, pur avendo un’importante incidenza sulla sua qualità di vita e sulla sua salute, vengono ancora poco considerate. Esse tendono a rimanere socialmente e culturalmente “nascoste”, perché non rientrano tra le patologie/problematiche immediatamente “visibili”, come quelle mediche o quelle igienico-sanitarie, che vengono prese in carico dai servizi socio-sanitari e assistenziali per la non autosufficienza, né connotano le persone attempate afferenti al circuito ricreativo e culturale del territorio, di solito socialmente integrate. Le fragilità in questione assumono un peso notevole in quegli anziani che vivono in una situazione in cui la rete parentale e/o amicale è pressoché assente o comunque scarsamente significativa. Tali soggetti, pur godendo di una sufficiente autonomia e quindi della possibilità di vivere in casa propria senza abbisognare di interventi di assistenza domiciliare, percepiscono la loro solitudine abitativa in termini di solitudine esistenziale perché non sperimentano dei rapporti umani affettivamente significativi; tendono pertanto a chiudersi in se stessi, a rintanarsi entro le mura domestiche e ad autoescludersi dalle occasioni di socializzazione offerte dalle organizzazioni territoriali, con ciò incorrendo nel rischio di isolamento sociale. A questi anziani si è rivolta l’iniziativa di sostegno educativo basata sulla solidarietà intergenerazionale di cui si rende conto nel volume, nel quale trovano collocazione anche alcuni approfondimenti sull’attenzione che nel corso della storia è stata riservata alle persone in età avanzata, sulle attuali potenzialità educative dell’incontro tra i giovani e gli anziani, e sulle complicazioni che in situazioni di fragilità relazionale insorgono in presenza di disabilità o qualora gli anziani siano di origine straniera.