Dal 2 giugno sarà in vigore il part-time per la pensione per lavoratori del privato a cui mancano massimo tre anni al raggiungimento del requisito di vecchiaia.
Tale forma di flessibilità in uscita è prevista dalla Legge di Stabilità 2016 (Gazzetta Ufficiale del 18 maggio). Sono esclusi dall’opzione i dipendenti pubblici ed i lavoratori precoci, cioè coloro che al 31 dicembre 2018 maturano i requisiti per la pensione di anzianità, ossia 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
I destinatari di questa opzione saranno i lavoratori dipendenti del privato, con contratto indeterminato, che maturano entro il 31 dicembre 2018 il diritto alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e che avranno 66 anni e 7 mesi per gli uomini e 65 anni e 7 mesi per le donne.
Chi utilizzerà questo strumento potrà scegliere un part-time al 40-60%, con uno stipendio più basso ma comunque più alto rispetto all’orario di lavoro ridotto.
Alla fine, il lavoratore non subisce decurtazioni sulla pensione finale.
Gli sarà corrisposta una pensione calcolata per intero.
Per accedere al beneficio, si deve richiedere all’INPS la certificazione sulla maturazione del requisito contributivo e anagrafico entro il 31 dicembre 2018. Il contratto di part-time per la pensione, che dura fino al conseguimento del requisito pensionistico si dovrà stipularlo con il datore di lavoro.
La somma in più che il lavoratore percepisce in busta paga sarà pari ai contributi per la differenza di orario fra il tempo pieno e il tempo parziale. Tale somma non concorre alla formazione del reddito, quindi è esentasse e non soggetta a contribuzione previdenziale.