Dalla FAP Veneta un basta a chi vuol far pagare la crisi solo alla povera gente e pone sul banco degli imputati i soliti pensionati. A dirlo Francesco Roncone Segretario regionale della Federazione Anziani e Pensionati del Veneto. Le pensioni di reversibilità legate all’ISEE, una bufala? Un problema inesistente? Si provveda allora a cancellare dalla legge delega sul contrasto alla povertà la frase <<…nonché di altre prestazioni anche di natura previdenziale, sottoposte alla prova dei mezzi>>. In questo modo eliminiamo ogni equivoco. In un momento di grande crisi e di grande povertà ogni attacco, anche solo di natura verbale è un ulteriore colpo basso alla fiducia degli italiani ai consumi. L’Italia è impaurita, disorientata, così difficilmente potrà ripartire. Il capitolo pensioni tiene banco da troppo tempo, è un continuo terrorismo psicologico a danno di milioni di anziani – continua Roncone – è ora, ad esempio, che si risolva una volta per tutte la questione esodati e dei lavoratori precoci. Il senso di frustramento e impotenza che attanaglia migliaia di persone prive di reddito, logora la coesione sociale e mette in serio pericolo la stabilità di intere famiglie. La sostenibilità della spesa pensionistica non è determinata dall’età anagrafica delle persone, ma dal suo costo dovuto ad un sistema previdenziale non più attuale. La spesa sociale italiana, come spesso ribadito, è di due punti inferiore alla media europea. Chi ha iniziato a lavorare a 14 o 16 anni mi chiedo: è giusto costringerli a lavorare fino ai 67 anni di età per poter sperare in una pensione? Se si allunga troppo l’uscita dal lavoro si mette spesso a serio pericolo l’incolumità dei lavoratori stessi e non si permette certo di liberare posti di lavoro per le nuove generazioni. Abbiamo bisogno di una riforma strutturale che mandi in pensione gli anziani e dia spazio ai giovani.